PSICOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE – BASI TEORICHE
Il Comportamentismo
In base alle sperimentazioni sull’apprendimento effettuate sugli animali, riconduce l’essere umano e tutto il suo sviluppo allo stesso meccanismo e alle stesse leggi.
Nasce all’inizio del ‘900 con J.B. Watson che, basandosi sui principi della biologia darwiniana, mette al centro l’idea che l’uomo è un animale che reagisce all’ambiente. Sulla base della sperimentazione con gli animali era possibile controllare e studiare le variabili del comportamento osservabile. Così, per es. Thorndike, osservando i gatti (chiusi in gabbia che per uscire e trovare del cibo dovevano abbassare una levetta), concluse che il loro apprendimento si verificava gradualmente, attraverso una serie di “tentativi ed errori“; concluse anche che le reazioni dell’organismo che erano state ricompensate tendevano a consolidarsi. La “legge dell’effetto” ci dice che “un’azione accompagnata o seguita da uno stato di soddisfazione tenderà a ripresentarsi più spesso, un’azione seguita da uno stato di insoddisfazione tenderà a ripresentarsi meno spesso”. La legge dell’effetto sottolineava in primo luogo il carattere adattivo e utilitaristico dell’azione umana, il cui manifestarsi appariva semplicemente legato alla possibilità di venire ricompensati.
Le curve di apprendimento tracciate da Thorndike, sulla base dei suoi dati, erano favorevoli all’idea che l’apprendimento è graduale, anziché frutto di una comprensione improvvisa…
I principi cui Watson fa principale riferimento sono la frequenza, la recenza e il condizionamento.
I principi della recenza e della frequenza ci dicono che tanto più spesso o tanto più recentemente una associazione si è verificata, con tanta maggiore probabilità si verificherà. Il principio del condizionamento parte dalla rilevazione del fatto che nell’organismo esistono risposte incondizionate a determinate situazioni. Eventi dell’ambiente producono incondizionatamente una determinata risposta nell’organismo. Ad esempio, un organismo affamato che riceve del cibo sicuramente reagirà salivando, un fascio di luce sugli occhi provocherà una contrazione della pupilla etc. In questi casi il cibo e il fascio di luce sono “stimoli incondizionati”. Ebbene si è rilevato che, altri stimoli che siano stati associati adeguatamente provocheranno anche essi la reazione incondizionata. Ad es. il cane di Pavlov salivava quando sentiva il suono di una campanella, per il fatto che tale suono era stato precedentemente presentato contemporaneamente al cibo (associato al cibo) con una certa “frequenza” e “recenza”.
Questi studi sono stati utilizzati dagli psicologi comportamentisti come principi-chiave, come funzionamento di base anche nelle risposte più complesse.
Pertanto, nell’analizzare le emozioni, Watson esprimeva l’idea che la paura, la rabbia e l’amore siano le emozioni elementari e si definiscano sulla base degli stimoli ambientali che le provocano. A partire da quelle emozioni si costruirebbero le altre emozioni.
Watson arrivò anche ad affermare che il bambino nasce tabula rasa, senza istinto, intelligenza o altre doti innate e sarà soltanto l’esperienza successiva a caratterizzare la sua formazione psicologica.
Al comportamentismo va riconosciuto il merito di valorizzare i processi di apprendimento ma non può spiegare, sotto forma di apprendimento e condizionamento il formarsi e l’organizzarsi della personalità in tutta la sua complessità.
Il Cognitivismo
A differenza del Comportamentismo, qui l’essere umano non funziona solo con i semplici meccanismi di apprendimento del mondo animale. Nel cognitivismo la mente umana ha una capacità “cognitiva” più complessa, capace di selezionare ed elaborare gli stimoli provenienti dall’ambiente.
Il Cognitivismo non è una scuola psicologica ma un orientamento che rivisita le varie correnti e scuole psicologiche. All’inizio, si oppone in particolare al comportamentismo di cui rifiuta la semplice relazione stimolo-risposta, per sostituirla con l’ipotesi che l’organismo, lungi dall’essere un passivo recettore, funzioni in modo attivo e selettivo nei confronti delle stimolazioni ambientali.
Interpreta quindi il comportamento anche come la capacità, la risorsa interna alla persona stessa: di fronte a situazioni e conoscenze incoerenti, per es., la persona cercherà in una varietà di modi, di renderle più coerenti. Quindi il comportamento è la risultante di progressivi aggiustamenti volti a una progressiva maggior coerenza tra organismo e ambiente. In altre parole, gli esseri umani elaborano continuamente flussi di informazioni provenienti dall’ambiente sia interno che esterno. Piuttosto che rispondere direttamente agli stimoli ambientali, le persone rispondono alle rappresentazioni cognitive dell’ambiente. Si tratta di costruzioni interpretative e personali della propria realtà che influenzano le risposte comportamentali, sia in termini adattivi che disadattavi.
L’obiettivo della terapia cognitiva , perciò è quello di intervenire sul sistema di elaborazione dell’informazione smorzando la valenza eccessiva di schemi negativi o disfunzionali e rinforzando l’accesso a modelli di pensiero più positivi.
Al centro della psicoterapia cognitiva c’è la cognizione, ci sono le rappresentazioni cognitive (pensieri, interpretazioni, credenze e comportamenti), che possono essere valutate e modificate.
J. B. Watson padre del Comportamentismo
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